ATTENZIONE: Presenza di immagini Cruente e Sensibili
In questo mio reportage fotografico del 2017, ho documentato uno dei riti di Pasqua più belli e suggestivi d'Italia: I Vattienti di Nocera Terinese (CZ)
Ogni sabato Santo come l'antica tradizione vuole a Nocera Terinese, paesino in provincia di Catanzaro, si ripete il rito dei “Vattienti” manifestazione a metà strada tra il sacro e il profano che anche quest’anno (ho fatto questo reportage nel 2017) ha riportato tra queste contrade, giornalisti e reti televisive provenienti da ogni parte d'Europa.
I Vattienti (flagellanti, ndr) sono degli uomini che hanno fatto un voto di fede, oppure un voto ai defunti o a parenti ammalati, ma anche un peccato da espiare. Prima di iniziare il percorso della via crucis il Vattiente osserva una preparazione molto attenta, che rappresenta anch’essa un rito, nel quale c’è molta spiritualità, niente di segreto, ma che richiede una certa riservatezza.
Ad accompagnare il Flagellante c'è normalmente l’Ecce Homo, un bambino (il figlio, il nipotino o il parente più vicino) che segue di pari passo il Vattiente legato a lui da un pezzo di corda - nella simbologia cristiana l'Ecce Homo rappresenta Gesù, cioè la salvezza contro il peccato - viene fasciato con una stola rossa e viene lasciato con il petto nudo e i piedi scalzi, così conciato il bimbo diventa coprotagonista di questo rito popolare che si compie ogni anno sotto gli occhi di migliaia e migliaia di persone.
Il Vattiente, invece, indossa una maglietta o camicia ed un pantaloncino corto nero, sgambato sulle anche. In testa un fazzoletto nero, detto Mannile, e su di esso calza una voluminosa corona di sparacogna.
Durante il loro percorso nelle viuzze del centro storico di Nocera, seguendo la processione dell'Addolorata, si battono sui sacrati della Chiesa (per il rapporto di fede che lega i flagellanti e la Chiesa Cattolica), poi si battono anche davanti alla propria abitazione oppure davanti alla casa degli amici (per confermare quell'amicizia o per rafforzarla).
Il Vattiente si batte con il Cardo, un pezzo di sughero dotato di 13 schegge di vetro (simbolicamente rappresentano le 13 ferite di Gesù sul Gòlgota), e si pulisce con la Rosa (disco di sughero di circa 10 cm), spingendo il sangue verso il basso e quindi a terra. Dietro il Vattiente, c’è di solito un amico, pronto a versare di tanto in tanto del vino sulle ferite come disinfettante.
Infine, quando il Vattiente rientra a casa, procede al lavaggio delle parti lese con una mistura di acqua e rosmarino precedentemente bollita per tante ore sul fuoco per come vuole l'usanza popolare. Tale composto ha lo scopo di alleviare il dolore delle ferite votive.
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